lunedì 21 marzo 2011

Il silenzio è d'uovo

Bella la superluna. Invece la superguerra fa schifo, ma di questo non si può ovviamente parlare, se no chi li sente i provocatori? E non è perchè ho troppo rispetto per i provocatori e non voglio disturbarli, è che proprio non ne ho voglia di sentirli, non ho voglia di sentirmi dire che tanto non ci puoi fare nulla,che questo è il mondo in cui viviamo, che nel mondo ci sono un sacco di guerre che vengono ignorate, che sappiamo bene che il motivo per cui bombardiamo la Libia e non la Colombia sono i soliti interessi economici di quattro stronzi e che il pacifismo è morto perchè il suo unico frutto è il fatto che ora chiamiamo le invasioni “missioni di pace” e i bombardamenti a cazzo “operazione autorizzata dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu”. Non ne ho voglia soprattutto perchè poi non è mai chiaro dove si voglia arrivare elencando queste vere verità, ma il sospetto che il messaggio sia “non ci pensare,è tutto un inganno e...aspetta che mi squilla l'iphone” mi fa venire i brividi.
Quindi dicevo che la superluna era una figata, soprattutto perché non mi aspettavo di vederla così bene lontano dalla mia isola abbandonata a se stessa tutta sola col suo aspetto edenico, e invece ho visto pure le stelle, troppe per essere una notte di luna piena in una città che è una distesa enorme di luci elettriche in mezzo alle montagne. Poi mi hanno raccontato che in effetti è anche per le caratteristiche del suo cielo che leggende e credenze popolari descrivono questa città come un posto con un'energia strana e, per chi la coglie, irresistibile; l'unica cosa che son stata capace di pensare è “perdindirindina, un altro?”. Poi hanno aggiunto “per me è una di quelle cose,che sia un posto o una persona, che ami ma che ti stanca e quindi ti distrugge perché la conclusione è: né con te né senza di te”. E lì l'unica cosa che ho potuto pensare è che detto così fosse un po' troppo melenso e poi mi son chiesta “questo chi cazzo era, Ovidio o Orazio?”, per poi pensare il giorno dopo,sotto il sole, che è inutile che io cerchi di auto-conquistarmi con questi dotti dubbi, ché in realtà è un caso che mi siano venuti in mente quei due nomi e che uno fosse giusto.
Ma il punto non è questo, il punto è che io e i miei sogni romantici vorremmo bombardare tutti, tutto il mondo e tutti i popoli,così imparano! Una enorme No-Life Zone in cui se provi a fare la guerra ti fanno la guerra finché non arriva il momento in cui nessuno ha più voglia di fare la guerra.
L''altro punto fondamentale è che è inutile che io taccia sotto la superluna e ascolti attentamente ciò che mi dicono con la scusa che certi spettacoli mi tolgono le parole, se tanto poi salta fuori che sto pensando parole da dire o scrivere altrove; o che pensi razionalmente che di fronte alla guerra sia meglio tacere per non dire stronzate.
Il silenzio è di due tipi: uno non esiste e l'altro è il motivo per cui il mondo così come è supera in bruttezza le paure religiose sull'inferno nonostante sia bellissimo.

giovedì 10 marzo 2011

Liberté,banalité, erasmusité

Diamine non è vero che la filosofia del “bimbo africano che ha fame e ci insegna che avere del cibo è una fortuna” è fuori moda e inutile. Innanzitutto perché le mode e le tendenze dimostrano che non dovremmo avere il diritto di dare giudizi,così, in generale;e poi perché mangiare è bellissimo e, soprattutto quando uno cucina da dio come me, io ritengo obbligatorio sentirsi fortunati. Certo ho appena detto che le mode e le tendenze dimostrano che non dovremmo bla bla,ma quando parlo da sola ho il diritto di definire “obbligatorio” o “inutile e insensato” ciò che voglio. Per esempio è inutile e insensato combattere molti luoghi comuni,tra cui quelli che recitano cose tipo “bisogna sempre pensare che c'è chi sta peggio” o “bisogna godere di ciò che si ha” ecc. Inutile,insensato e pure un po' inquietante, perché io non posso non sentirmi più fortunata di uno che è qui per fare la stessa cosa che sto facendo io, cade in un fiume storicamente deriso per le sue ridicole dimensioni e muore,così. Potevo pure essere io e mi immagino un sacco di gente impegnata a piangere e a pensare “che merda morire così,in una situazione del genere”, e invece non sono io e ne parlo sapendo che l'uomo moderno medio è capace di pensare che sto usando la morte di uno sconosciuto per esprimere delle cose banali e per nulla stimolanti;dei luoghi comuni appunto. E non è che l'uomo moderno medio lo pensa di suo, è che non riesce proprio a fare a meno di formulare delle teorie sulla vita e sul mondo,usarle male e quindi formularne delle altre che giustifichino l'eliminazione delle precedenti e rendano ridicolo o fuori luogo chi continua a usarle.
Tipo: “in Africa c'è poca acqua. Non sprecare l'acqua”; però non sprecare l'acqua è una faticaccia e per un sacco di gente a cui dai dei soldi è sconveniente e quindi si cambia in “Se non sprechi l'acqua quell'acqua non potrà comunque arrivare in Africa. Non ti sto dicendo che sei libero di sprecarla eh!Però vedi un po' tu che fare”; questo porta a “Sei un uomo moderno,qualsiasi cosa tu faccia non potrà cambiare le sorti del mondo. Chi prova a cambiare le sorti del mondo fallisce,tu sei un uomo moderno e devi vincere la tua felicità. Avanti!”. E così sei contento, ti hanno spiegato che è tecnicamente e scientificamente impossibile che tu possa fare qualcosa di intelligente,dunque goditi la vita no? Tu di acqua ne hai tantissima ed è buona, pulita e gratuita proprio come piace a te,coglione. E ricordati che nessuna idea umana può essere ripulita dalle esagerazioni e dalle imperfezioni salvando le parti buone, ma va buttata tutta intera e ricostruita al contrario; se non hai capito bene cosa intendo vedi la voce “Femminismo”.

Femminismo e postfemminismo, approssimando gli slogan:
Prima: Il corpo di una donna non si vende.
Dopo: La donna è libera di vendere il proprio corpo;se è obbligata è sbagliato;se pensi che sia sbagliato in tutti i casi sei un nostalgico del femminismo,il che significa che sei totalmente fuori dal tempo.
Si distingue tra “obbligata”e “ non obbligata”,tra “femminista”e “non femminista”, e non per esempio tra “donna che armata di corpo e cervello dimostra una normalissima e potentissima libertà che nemmeno le femministe potevano immaginare” e “imbecille che è convinta di essere libera e padrona del proprio corpo e invece dimostra un'imbecillità e una tendenza alla schiavitù che nemmeno un maschilista poteva sognare”. Nessuna possibilità di rivedere l'argomento,modernizzarlo,approfondirlo;o si vende o non si vende e se sei uno di quelli che in certi casi non pensa “che libera!” ma “che squallida puttana!” sei un bigotto,aggiornati!

Insomma mi rendo conto che dire a un fanatico dei luoghi comuni che bisogna imparare dalle cose che ci succedono intorno potrebbe significare condannare il fanatico alla spontanea clausura al fine di evitare di cadere in un fiume; e so anche che questo ricorderebbe a tutti noi il metodo che le religioni monoteiste usano per provare a farci fare una vita di merda. Ma non è male provare almeno a tirar fuori qualcosa senza preoccuparsi del giudizio che quella gran troia di madre-modernità può lanciarci addosso. Che ne so, emozionarsi un po' pensando che la vita è bella e pensare che poterlo pensare è bello esattamente quanto è banale e già sentito. No?

giovedì 9 dicembre 2010

Natura morta con Mano e Yankeelandia, a Madrid

E’ davvero orribile quando pensi una cosa che ti piace,decidi di scriverla e un minuto prima di iniziare a farlo scopri che l’ha già scritta qualcun altro.
Non un pensiero sul mare, sul cielo,sulla luna,sull’amore,sulla vita, no, su queste cose si è già detto tutto e ognuno ha qualcosa da dire. Era un pensiero su una mano,una sola.
Facendo un calcolo approssimativo, escludendo menomati, malformati e divinità indiane, nel mondo ci sono più di tredici miliardi di mani. Tredici miliardi capito? E io ho pensato delle cose favolose su una mano sola e volevo scriverle, ma poi ho scoperto che qualcuno l’ha già fatto due anni fa.
Questa è discriminazione temporale, ingiusta come tutte le altre discriminazioni. A parte quelle verso gli americani, che sono poche o forse non esistono ma sono comunque tutte giustissime. O almeno lo sono in questo preciso momento in cui io sono antiamericana .
E bada bene,cara la mia me, che questo non è razzismo ma razionalismo puro: è infatti razionalissimo pensare che un americano non dovrebbe avere il diritto di vivere fuori dagli Stati Uniti e vicino a me e che invece io dovrei avere il diritto di scrivere delle mani che voglio senza provare il frustrante sentimento della non-originalità.
A questo sentimento insopportabile si aggiunge poi la consapevolezza che se su quella mano avessi scritto io l’avrei fatto molto meglio. Cioè non proprio scrivere sopra quella mano,ci siamo capiti. Comunque il punto è che ormai non posso.
E non si tratta di uno di quei casi in cui uno dice “io l’avrei fatto meglio ma non posso farlo” per nascondere la propria incapacità di farlo; ri-bada bene, cara la mia io, che dire che non posso significa proprio che non posso, che è vietato.
Ed è vietato perché quando il mondo fa questi scherzi va punito e quindi privato dei miei bei pensieri. Un po’ come gli Stati Uniti, che vanno sempre puniti.
Ora per esempio mi immaginerei una scena alla Gesù Cristo vs Gesù Barabba (non mi ricordavo il nome,l’ho cercato su google e ho scoperto che anche lui si chiamava Gesù,ora mi toccherà approfondire), interpretati uno dalla classe politica statunitense degli ultimi 223 anni e l’altro da Julian Assange. La scena si svolge, boh, a Cuba, in Russia, in Cina, in Iraq e a casa mia a Madrid. Però non so come finisce, perché in realtà non è che Assange mi stia poi così simpatico, alla fine è solo un australiano che agisce come se fosse uno yankee.
Sì, ho detto yankee, il che fa di me una razzista. Ma sarei stata molto più razzista se avessi detto “gringo”, che viene da “hablar en griego”; voglio dire, cos’hanno i greci che non va? Cos’hanno fatto di male oltre a inventare la democrazia che ora gli americani regalano qua e là occupando stati e diffondendo la loro cultura incolta?
Io non sono razzista,viva i greci!
Ma ancora una volta il punto non è questo, bensì il fatto che ad Assange è successo più o meno ciò che è successo a me con la mano, ma lui non ha resistito e ha spifferato cose che sapevamo già, o che almeno immaginavamo. Il mandato di arresto non è per stupro e non è nemmeno un mandato “politico” come molti credono. E’ un mandato divino per non aver punito il mondo che gli ha presentato un’occasione che altri avevano già colto (altri = la storia, i pregiudizi sugli USA,il web e io).
E sia chiaro che infatti non ce l’ho con gli Stati Uniti per le rivelazioni di Wikileaks, ho iniziato ad essere arrabbiatissima almeno un mese prima, quando uno di loro (uno statunitense eh, mica uno Stato Unito!)ha iniziato a urtare la mia infinita pazienza, a farmi i dispetti e secondo me anche a rubare il mio latte dal frigorifero. Il mio latte non si tocca, è la regola numero uno della convivenza e tutti dovrebbero saperlo. Nemmeno un greco potrebbe rubarmelo, però se me lo chiede perché c’è crisi è un’altra cosa.
Dove voglio arrivare? Al fatto che quella della non-originalità è una maledizione e ora stavo per auto plagiarmi concludendo il discorso facendo riferimenti alla mia dipendenza dal latte, cosa che faccio spesso quando scrivo e quando parlo. E’ che proprio non so come chiudere e non ho voglia di continuare a scrivere, ché devo leggere le varie teorie/seghe mentali sul fatto che anche Barabba si chiamasse Gesù.
Non chiudo.

venerdì 16 luglio 2010

Storia moderna,storie contemporanee e bisogni primari

La notte prima di un esame si dorme poco e male, è ovvio. Ciò che non è ovvio è non sentire quattro sveglie puntate alle 7, alle 7:03,alle 7:05 e alle 7:07. Ancor più assurdo è sentirsi dire da mamma, alle 8, "aspettavo che ti svegliassi"... Mi lavo e mi vesto con rapidità sorprendente, certa però di non fare in tempo ad arrivare in centro per le 9. La sorte mi viene incontro e trovo qualcuno che mi dà un passaggio; è mia cugina, una di quelle cugine un po' zie perchè più grandi e un po' sorelle perchè mia mamma e sua mamma si somigliavano; una di quelle cugine che vedi poco e senti pochissimo ma non importa perchè tanto le basi son solide e il rapporto è sempre vero e sempre bello. Dopo le imprecazioni iniziali, il primo pensiero della giornata è quindi che il caso non è mai casuale.
Arrivo in anticipo, prendo un caffè e mi metto a ripassare. Tutto il resto è ansia e sigarette.
Mi chiamano per la prima parte, va bene ma non sono fiduciosa per la seconda. Passano due ore (?), mi chiamano per la seconda e me ne vado con un bel voto.
Mentre torno a casa mi accorgo che non sono così sollevata come pensavo, avverto un vuoto che mi turba, uno di quei vuoti che, a dispetto del loro essere tali, pesano. Ma cos'è? Iniziano i viaggioni... non mi piace per nulla questa cosa, dovrei essere contenta, è andata bene, sono in vacanza, e allora che c'è? Mi perdo come d'abitudine in domande esistenziali e visioni catastrofiche della mia vita. Forse non sono del tutto soddisfatta per l'esame, potevo far meglio. Oppure è colpa del sistema scolastico e sono triste perchè so che una volta guadagnato il numeretto si tende a non riaprire quel libro. O invece potrebbe essere un problema diverso, magari il vuoto che sento è di altra natura, l'amore magari, che io, incurabile romantica, cerco e non trovo o trovo e distruggo e quindi eccolo qui che mi disturba i successi. Qualcos'altro? Forse non sono soddisfatta di me stessa, e allora il problema è ancora più grave: cosa voglio? cosa mi manca? certo son lontana dalla vita perfetta, ma di cosa posso lamentarmi? Studio, lavoro quando posso, ho buoni amici, sono intelligente e simpaticissima, famiglia di brave persone a loro modo adorabili... qual è il problema, cosa c'è che non va in questa testa confusa?
Ore 16:22 e sto ancora pensando a tutto questo. All'improvviso, l'illuminazione. Lo so lo so! So cosa turba la mia quiete, cosa ostacola la meritata tranquillità, cosa ha creato questo buco nero, questo vuoto pesante che mi sta rovinando la giornata: stamattina non ho bevuto il latte, causa ritardo.
Recupero immediatamente.
La mia giornata può cominciare.

domenica 2 maggio 2010

Senza flash. Back

Nasco, muoio un po', e dopo tre giorni resuscito. Va via, per un giorno, la memoria di ciò che ancora non è ricordo.
Ridacchio, spauracchio schiacciato da uno sguardo sulla pelle, rido di me e di te.
E' primavera ma piove, piove ma gli uccelli cantano, cantano ma oggi non parlano di nulla.
Solo due occhi nascosti e un obbiettivo che mi segue senza parlare si muove senza accecare senza chiedere respira e arriva ovunque. Piove un po' di più.
Ondeggio piano e vagheggio tra facce ignare e braccia scure, tra frecce, nuvole, grigiori e brividi.
Regali illuminanti. Torno indietro e riparto, perché ciascuno deve capirlo da solo.

lunedì 19 aprile 2010

Porco Parco

Troppo caldo al sole e troppo freddo all'ombra. Non riesco a leggere perchè sento gli urletti isterici dei bambini che giocano; sembra di stare al mare, ma senza il mare, senza la sabbia, senza il telo e con gli uccellini che sì, hanno qualcosa di più gradevole delle melodie dei bimbi, ma svegliano lo stesso istinto omicida-suicida di chi non riesce a leggere.

Pastri mi ha chiesto di fare la sauna, ma se la faccio rischio un calo di pressione e quindi la morte immediata; d'altronde sono in fin di vita dall'anno scorso, non è mica roba su cui si può scherzare.
L'amico X mi propone uscite in gruppo solo per godersi le avances di un tipo che nemmeno gli interessa, e la cosa inizia a infastidirmi.
E così ho deciso di andare al parco sola con un libro ed un quaderno, per godermi in pace le urla fastidiose dei bambini, gente che mi guarda perché leggo (o almeno ci provo), gente che mi guarda perché scrivo, gruppetti che vengono a far casino nell'unico punto in cui nessuno fa casino, zanzare mutanti che mi pregano di giocare a pelo d'acqua con loro, coppie che vengono fin qua per vedere la torre e vanno via imprecando perché la torre è chiusa, una fontana spenta con l'acqua verde, immobile e densa e qualche lattina qua e là che una bambina ha appena salutato dicendo "ciao conchiglie!". Ridicola e bellissima fantasia infantile.
Ma c'è un problema: gli inviti inaccettabili non erano per oggi, e allora che diavolo ci faccio al parco? Dovevo cercare qualcosa ma non ricordo cosa, e allora vado via correndo.

venerdì 16 aprile 2010

Ad occhi aperti

Volti sconosciuti, volti poco noti; un gabbiano e un calabrone .Il gabbiano vola mostrando il culo, il calabrone vola perchè non lo sa, non sa non conosce non vuole sapere. Beata incoscienza puttana indolenza e maledetto "sia 'l giorno 'l mese et l'anno". Brucia e sanguina l'addio, fuggi corri scappa, chè tanto la porta è già aperta. Fugge il culo del gabbiano, spinge il calabrone ignaro; fuma la testa fuma la mostra fuma la nostra. Una foto una leggenda e parole gentili, scappa un sorriso e a dormire senza dormire.
Beato incosciente e fottuto perdente saccente s'accende ed esplode.