giovedì 9 dicembre 2010

Natura morta con Mano e Yankeelandia, a Madrid

E’ davvero orribile quando pensi una cosa che ti piace,decidi di scriverla e un minuto prima di iniziare a farlo scopri che l’ha già scritta qualcun altro.
Non un pensiero sul mare, sul cielo,sulla luna,sull’amore,sulla vita, no, su queste cose si è già detto tutto e ognuno ha qualcosa da dire. Era un pensiero su una mano,una sola.
Facendo un calcolo approssimativo, escludendo menomati, malformati e divinità indiane, nel mondo ci sono più di tredici miliardi di mani. Tredici miliardi capito? E io ho pensato delle cose favolose su una mano sola e volevo scriverle, ma poi ho scoperto che qualcuno l’ha già fatto due anni fa.
Questa è discriminazione temporale, ingiusta come tutte le altre discriminazioni. A parte quelle verso gli americani, che sono poche o forse non esistono ma sono comunque tutte giustissime. O almeno lo sono in questo preciso momento in cui io sono antiamericana .
E bada bene,cara la mia me, che questo non è razzismo ma razionalismo puro: è infatti razionalissimo pensare che un americano non dovrebbe avere il diritto di vivere fuori dagli Stati Uniti e vicino a me e che invece io dovrei avere il diritto di scrivere delle mani che voglio senza provare il frustrante sentimento della non-originalità.
A questo sentimento insopportabile si aggiunge poi la consapevolezza che se su quella mano avessi scritto io l’avrei fatto molto meglio. Cioè non proprio scrivere sopra quella mano,ci siamo capiti. Comunque il punto è che ormai non posso.
E non si tratta di uno di quei casi in cui uno dice “io l’avrei fatto meglio ma non posso farlo” per nascondere la propria incapacità di farlo; ri-bada bene, cara la mia io, che dire che non posso significa proprio che non posso, che è vietato.
Ed è vietato perché quando il mondo fa questi scherzi va punito e quindi privato dei miei bei pensieri. Un po’ come gli Stati Uniti, che vanno sempre puniti.
Ora per esempio mi immaginerei una scena alla Gesù Cristo vs Gesù Barabba (non mi ricordavo il nome,l’ho cercato su google e ho scoperto che anche lui si chiamava Gesù,ora mi toccherà approfondire), interpretati uno dalla classe politica statunitense degli ultimi 223 anni e l’altro da Julian Assange. La scena si svolge, boh, a Cuba, in Russia, in Cina, in Iraq e a casa mia a Madrid. Però non so come finisce, perché in realtà non è che Assange mi stia poi così simpatico, alla fine è solo un australiano che agisce come se fosse uno yankee.
Sì, ho detto yankee, il che fa di me una razzista. Ma sarei stata molto più razzista se avessi detto “gringo”, che viene da “hablar en griego”; voglio dire, cos’hanno i greci che non va? Cos’hanno fatto di male oltre a inventare la democrazia che ora gli americani regalano qua e là occupando stati e diffondendo la loro cultura incolta?
Io non sono razzista,viva i greci!
Ma ancora una volta il punto non è questo, bensì il fatto che ad Assange è successo più o meno ciò che è successo a me con la mano, ma lui non ha resistito e ha spifferato cose che sapevamo già, o che almeno immaginavamo. Il mandato di arresto non è per stupro e non è nemmeno un mandato “politico” come molti credono. E’ un mandato divino per non aver punito il mondo che gli ha presentato un’occasione che altri avevano già colto (altri = la storia, i pregiudizi sugli USA,il web e io).
E sia chiaro che infatti non ce l’ho con gli Stati Uniti per le rivelazioni di Wikileaks, ho iniziato ad essere arrabbiatissima almeno un mese prima, quando uno di loro (uno statunitense eh, mica uno Stato Unito!)ha iniziato a urtare la mia infinita pazienza, a farmi i dispetti e secondo me anche a rubare il mio latte dal frigorifero. Il mio latte non si tocca, è la regola numero uno della convivenza e tutti dovrebbero saperlo. Nemmeno un greco potrebbe rubarmelo, però se me lo chiede perché c’è crisi è un’altra cosa.
Dove voglio arrivare? Al fatto che quella della non-originalità è una maledizione e ora stavo per auto plagiarmi concludendo il discorso facendo riferimenti alla mia dipendenza dal latte, cosa che faccio spesso quando scrivo e quando parlo. E’ che proprio non so come chiudere e non ho voglia di continuare a scrivere, ché devo leggere le varie teorie/seghe mentali sul fatto che anche Barabba si chiamasse Gesù.
Non chiudo.

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